Ho conosciuto Hélène Rice nell'ottobre 2010, sul forum dell'ottava edizione del Tandem Jeunesse. Secondo le regole del gioco di quell'anno, fu lei a scegliere me, in base all'immagine che avevo realizzato sul tema dell'ami imaginaire. Qualche ora di incertezza, a dire il vero. Ero la sua seconda scelta e a mia volta avevo ricevuto altre proposte di binomio. Poi il destino ha compiuto il suo corso, e ci siamo virtualmente prese per mano.
Ami imaginaire, ottobre 2010 |
Poco tempo dopo, arrivò il testo. Mi piaceva molto. Era la seconda volta che partecipavo e sapevo che sarebbe stato un bel gioco.
Tra me e Hélène è subito scattato qualcosa che funzionava, c'era una sintonia sincera. Il mio timido disegno (e altri studi che le avevo mandato) le avevano comunicato qualcosa. E le parole che aveva poi scritto per loro mi parlavano dirette, senza finzioni e senza fronzoli.
A metà febbraio 2011, il Tandem si concludeva e il progetto veniva presentato così (c'era un piccolo pdf con tutto il testo impaginato, lo storyboard e alcune tavole definitive, ora non è più online purtroppo).
Il gioco era finito, il libro però no. E così, siamo andate avanti.
Ho lavorato a Simon et Naslat per quasi due anni. L'ho rifatto (quasi) daccapo cinque volte.
Cinque o sei le maquette costruite, certi orrori storti e spiegazzati sono stati errori indimenticabili.
Molte le persone a cui l'ho mostrato: amici fedeli, occhi sinceri, editori stranieri, sguardi critici, persone interessate, gente disinteressata. A tutti loro, in diversa misura, devo qualcosa.
primi bozzetti per il libro, gennaio 2011 |
Essendo un racconto a due voci, i cambiamenti avvenivano essenzialmente per l'impaginazione: a pagine alterne, dos à dos, rigirato. Ad un certo punto, volevo farne due piccoli libri, come due quaderni, che stessero uniti sul retro dalla medesima copertina. Oppure, separati, dentro ad una valigetta.
Follie per il mercato. Ma io che ne sapevo? Era il mio primo libro, stavo sperimentando tutto quello che (non) conoscevo.
una delle prove di impaginazione |
Nel 2011, a dicembre, ho incontrato Hélène a Montreuil. Il libro, almeno secondo noi, era pronto.
E abbiamo iniziato a farlo girare. Alcune persone si mostrarono subito interessate, e fu una grande emozione, perchè erano editori importanti. La loro attenzione ci fece sentire più sicure, anche se alla fine non ne nacque nulla. Il libro sembrava piacere, ma non abbastanza. Era soprattuto il formato a non convincere: sembrava più un libro d'artista che un libro destinato a girare tra decine di manine curiose.
le maquettes del libro, dal 2010 al 2012 |
Infine, circa un anno fa, abbiamo conosciuto Isabelle Bauer, della casa editrice Philomèle. Hélène, che aveva già pubblicato il suo primo albo con Âne bâté Éditions, era rimasta conquistata da questa donna tanto risoluta e delicata al tempo stesso. Il progetto le piaceva e intendeva pubblicarlo.
Le modifiche che ci richiese furono minime: qualche riga nel testo, e un paio di immagini da perfezionare. Il suo sguardo era stato attento e gli interventi da fare erano necessari.
Poi, di nuovo, l'attesa. L'uscita del libro era stata prevista per lo scorso novembre, giusto in tempo per il salone di Montreuil. Poi, una serie di imprevisti e di novità per la casa editrice ci hanno fatte slittare di qualche mese.
Adesso però siamo in libreria. Dal 2 maggio, in Francia.
Il libro, alla fine, è stato impaginato dos à dos.
Il libro, alla fine, è stato impaginato dos à dos.
Simon et Naslat, Editions Philomèle 2013 |
Grazie a tutti quelli che mi hanno accompagnata fino a questo traguardo, and they know who they are come si dice nei titoli di coda dei film. A chi ha avuto la pazienza di guardare una maquette dopo l'altra, a chi mi ha insegnato a tagliare e piegare la carta, a chi ha ascoltato il racconto guardando le immagini chiedendo tutte le volte una traduzione, a chi ha capito l'essenza del libro, a chi l'ha amato con me e ha aspettato che germogliasse con pazienza.
Grazie, grazie, grazie.
1 comment:
Bello. Bravissima Annina!
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