Parte 2/ disegnare, copiare, citare, sperimentare
Parallelamente al lavoro di progettazione e costruzione - che non sarei mai riuscita a realizzare così bene e così velocemente senza il supporto costante di Maria Spazzi, scenografa dell'ATIR e senza la fusione di testa/mani/energie con Raffaella Colombo e Lidia De Rosa - si portava avanti una ricerca iconografica sull'arte nella Repubblica di Weimar. Nel progetto, sul palco ci sarebbe stato un grande schermo su cui proiettare delle immagini, così come facevano Erwin Piscator e Bertolt Brecht nella Berlino degli anni '30.
Sintesi: il rosso, il bianco e il nero sarebbero state le uniche tinte presenti sulla scena.
Quindi, abbiamo scelto quali opere weimariane rielaborare in questa chiave, tenendo conto dei testi che i ragazzi del laboratorio avevano scritto nelle settimane precedenti e del mezzo che volevamo utilizzare. Le immagini da me realizzate infatti sarebbero state proiettate su di un grande schermo appeso e avrebbero dato alle scene un significato aggiunto e di straniamento.
Avrei voluto che le immagini fossero in movimento, che fossero dei brevi filmati animati. Purtroppo il tempo per sperimentare non è stato sufficente, ma con un buon filtro "old movie" e un paio di fotogrammi in più, siamo comunque riuscite a proiettare le illustrazioni in loop per tutta la durata del quadro di riferimento.
Intanto, Alessia Gennari con Emauela Scolamacchia, Sara Urban e Stefano Annoni si davano da fare con la messa in scena.
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Bertolt Brecht |
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L'opera originale, a sinistra, è di Georg Grosz |
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L'opera originale, a sinistra, è di Paul Klee |
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L'opera originale, a sinistra, è di Hannah Hoch |
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L'opera originale, a sinistra, è di Ernst Ludwig Kirchner |
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L'opera originale, a sinistra, è di Georg Grosz |
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L'opera originale, a sinistra, è di John Heartfield |
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L'opera originale, a sinistra, è di Kathe Kollwitz |
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